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Nikon Z6II: ecco perché mi piace


Ho provato la nuova camera di casa Nikon, per tre ore in studio, insieme ad alcuni colleghi e, in autonomia, per una paio di giorni.

Dopo aver approfondito tutte le sue funzionalità, e valutato le differenze rispetto alla Z6 e al sistema Reflex, è arrivato il momento di raccontarti la mia recensione Nikon Z6II.

Test Nikon Z6ii

Ti anticipo che ho cercato di evitare dispute fra case costruttrici, e di scrollarmi di dosso ogni pregiudizio, per arrivare a una valutazione il più possibile oggettiva, e personale, di questa nuova fotocamera.

Ho, poi, voluto lasciar stare numeri e virtuosismi tecnici, che leggo sempre più spesso nelle recensioni, per concentrarmi sull’utilizzo pratico di questa fotocamera nel lavoro quotidiano da fotografo.

Devo dire che ho trovato la Z6II davvero una gran bella macchina, rispetto a una Z6 ancora acerba per strizzare l’occhio al fotografo professionista, sebbene già ben strutturata.

La Z6II infatti è riuscita a colmare quasi tutti i difetti della Z6, aggiungendo alcuni dettagli con grandi potenzialità di sviluppo, secondo me, principalmente il doppio processore.

Fotocamera Nikon Z6ii

Fornitura e impostazione del test sulla Nikon Z6II

Prima di raccontarti nel dettaglio pregi e limiti della nuova fotocamera Nikon vorrei spendere due parole per ringraziare NITAL NPS che ci ha fornito macchine e obiettivi per il test, con un supporto tempestivo ed efficace, come sempre, attraverso la Tecias di Firenze.

L’attrezzatura che ci ha messo a disposizione è stata davvero impressionante:

  • due fotocamere Z6II
  • tre zoom f. 2,8
  • diverse ottiche fisse
  • l’impagabile assistenza di Simone Di Trapani, una garanzia!
test Nikon Z6ii - il team di fotografi

Il test si è svolto in due momenti:

  1. Test collettivo IN studio – durata: 3 ore Io e tre stimatissimi colleghi, Edoardo Agresti, Livio Lacurre e Riccardo Pieri (Francesco Spighi purtroppo non è riuscito a partecipare) abbiamo studiato, sfruttato, testato, tutte le novità apportate al sistema.
    Qualcuno non aveva mai provato la Z6, e per questo abbiamo cercato di capire potenzialità e difetti della Z6II in generale. Avrei voluto invitare molti più colleghi ma abbiamo dovuto limitare il numero di partecipanti nel rispetto delle norme e delle buone pratiche anti-Covid.
  2. Test personale in autonomia – durata: 2 giorni
    NITAL mi ha dato la possibilità di tenere la Z6II ancora per un paio di giorni, tempo sufficiente dopo aver avuto la Z6, per due anni.
    In realtà mi sarebbero bastate un paio d’ore per valutare le differenze Nikon Z6 vs Z6ii ma a me piace approfondire e quindi, in autonomia, sono riuscito a togliermi tutti i dubbi che avevo.
    In particolare, ho testato le migliorie apportate rispetto alla serie precedente.
    E ho studiato gli aspetti che più mi interessano in relazione agli ambiti professionali di cui mi occupo e per i quali ho scelto questo sistema rispetto a Reflex.

A proposito di scelte, mi piace ricordare che non esiste la macchina perfetta per tutti o per ogni settore fotografico.

Esiste una macchina giusta per ogni fotografo e per quel determinato lavoro che ci prestiamo ad affrontare o per la tipologia fotografica che ci riguarda.

Test Nikon Z6ii in Studio a Firenze
Test sulla Nikon Z6ii

Ma veniamo alla mia recensione Nikon Z6ii.

Doppio Slot

Il salto più grande che ha riportato l’attenzione di molti professionisti verso la Z6II è senza ombra di dubbio il doppio slot per le card.

Una funzionalità che mancava sulla versione precedente, uno dei limiti maggiori per me della Z6.

Per quanto affidabili le XQD e per quanto si possano, quasi sempre, recuperare la maggior parte dei dati in caso di rottura, nessuno ti potrà dare la tranquillità di un backup istantaneo del tuo lavoro.

E io sono convinto che per esprimerti al meglio sia indispensabile lavorare in estrema serenità, e quindi ridurre al minimo preoccupazioni e paure.

Bene! Nikon ci ha messo un po’ a digerire questa piccola critica ma alla fine ha eseguito, come per molte altre migliorie, le richieste di chi usa le sue macchine.

test Nivon Z6ii vs Z6

Autofocus

Altro grande punto interrogativo emerso all’uscita della Z6 riguarda il sistema AF.

Quando venne presentata non ne rimasi particolarmente colpito.

L’AF della Z6 non aggiungeva niente di nuovo a ciò che già usavo sulla Reflex.

Solo a maggio 2019, con un aggiornamento Firmware, Nikon aggiunse il riconoscimento dell’occhio umano.

Non solo non aggiungeva nulla di nuovo, ma trovavo il sistema AF della Z6 più macchinoso e con funzionalità peggiorate rispetto alla Reflex, come per esempio il sistema Tracking 3D che io uso quasi sempre.

Il punto AF del tracking è molto grande rispetto a quello della D850 e spesso inquadra più soggetti al suo interno.

Piccola digressione sul Tracking 3D.

Lo so, fa strano usare un Tracking 3D come modalità principale ma il mio modo di lavorare e di usare le impostazioni mi ha consentito, ormai da molti anni, di trovare un metodo molto versatile e di avere ancora un pensiero in meno da affrontare in fase di ripresa, cioè quello di cambiare continuamente modalità di AF in funzione delle diverse situazioni che mi si presentano.

Così posso concentrarmi sulla fotografia piuttosto che sui settaggi.

Per farla breve, nella maggior parte delle situazioni, uso l’AF-C con l’attivazione solo sul pulsante AF ON, escludendolo dal pulsante di scatto, ed il Tracking 3D.

In questo modo il sistema AF può seguire il soggetto se si sposta nella scena oppure io posso reinquadrare la scena muovendo la fotocamera tenendo sempre premuto il tasto AF ON.

Ma posso allo stesso tempo farlo diventare un AF-S (singolo), semplicemente togliendo il pollice dal pulsante.

Con il vantaggio rispetto all’AF-S che la macchina scatta anche se non riconosce il fuoco corretto sul punto inquadrato.

Recensione Nikon Z611
Il limite del sistema AF della Z

Ho voluto fare questa premessa, e mi scuso se un po’ lunga, per introdurre quello che secondo me è ancora il punto debole del sistema AF della Z.

Con il riconoscimento dell’occhio la tecnologia ci ha messo a disposizione un importantissimo strumento in più al quale affidarci ma per poterlo sfruttare al meglio è il fotografo, e non la macchina, a decidere quale occhio agganciare.

Il sistema AF Auto invece, in situazioni di assembramento (parola ormai di uso quotidiano!) affida ai suoi algoritmi la scelta dell’occhio migliore.

Ma io non voglio l’occhio migliore, io voglio l’occhio giusto.

E l’occhio giusto lo posso scegliere solo e soltanto io.

Anche l’inserimento del riconoscimento dell’occhio nell’area estesa non risolve il problema perché, è vero che ne limita il rilevamento a un area ristretta ma quando questo ne esce il sistema non lo segue più.

Questa secondo me è la lacuna da colmare per far sì che la Z se la giochi, davvero alla pari, se non addirittura con diversi punti a favore, con le concorrenti dirette, tra cui in primis Sony. 

Anche l’inserimento del riconoscimento dell’occhio nell’area estesa non risolve il problema perché, è vero che ne limita il rilevamento a un area ristretta ma quando questo ne esce il sistema non lo segue più.

Questa secondo me è la lacuna da colmare per far sì che la Z se la giochi, davvero alla pari, se non addirittura con diversi punti a favore, con le concorrenti dirette, tra cui in primis So.

Test Nikon Z6ii

Possibili soluzioni

Non sono un tecnico e di certo non conosco le difficoltà legate alla progettazione, né i brevetti che ammanettano lo sviluppo di alcune soluzioni.

Ma ci tengo a spiegare quale potrebbe essere il concetto giusto ed efficace per chi ha la necessità di mettere a fuoco un occhio su cento in mezzo alla folla e seguirlo sempre.

Dato che le Mirrorless ci danno questa enorme opportunità rispetto alle Reflex, di farlo su tutto il fotogramma, limitarsi è un grande rammarico.

  1. Un’ipotesi potrebbe essere quella di legare il rilevamento dell’occhio al Tracking in modo che io possa decidere il punto di partenza e se in quel punto il sistema rileva un occhio, questo lo agganci per poi seguirlo ovunque.
  2. Stessa cosa potrebbe essere modificata sull’area estesa facendo sì che, una volta riconosciuto l’occhio, questa venga disabilitata e il punto possa seguirlo anche al di fuori di questa.
  3. Una terza opzione potrebbe essere partire dall’AF a punto singolo o dall’AF ad area dinamica e una volta agganciato l’occhio: zac! Agganciato!

Per me questo rimane ancora l’unico grande dubbio sul sistema Z anche se confido nelle grandi capacità progettuali degli ingegneri di casa Nikon che ci hanno regalato delle vere e proprie chicche negli anni.

Forse ci mette un po’ di più degli altri, probabilmente per le possibilità di investimento di un’azienda comunque più piccola delle dirette concorrenti, ma ogni volta è capace di sorprendere con soluzioni di altissimo livello.

Pregi del sistema AF della Z

Chiudo il capitolo AF parlando del merito invece che del metodo e constatando che, probabilmente per le performance legate all’utilizzo del doppio processore, il sistema non perde un colpo.

Una volta agganciato il soggetto, in modalità AF-C, lo segue senza alcuna incertezza nell’area predefinita con una velocità impressionante e una grande affidabilità.

Soprattutto con la raffica veloce, che vanta tra l’altro un blackout quasi inesistente, impeccabile.

A questo si aggiunge un riconoscimento volto e occhio delle persone (che decide la camera) incredibilmente veloce e stabile.

Una volta riconosciuto non lo perde e lo segue anche se si muove velocemente e anche se lo si nasconde per un attimo lo riaggancia appena visibile.

Test Nikon Z6ìì - Firenze

Raffica e Buffer

Altro punto di forza è la raffica di 14 fotogrammi al secondo ed un buffer enorme, caratteristiche che non a tutti servono ma che, secondo il mio punto di vista, sono importanti in una ML.

Perché dico questo?

Perché la Mirrorless è lo strumento ideale per affrontare ambienti fotografici fondamentalmente legati al reportage e per i quali la velocità e la capacità di scattare senza titubanze diventa molto molto importante.

Un sistema molto pratico per viaggiare, leggero per la street photography, versatile per il settore matrimoniale e per tutte le situazioni di reportage in cui manca una prevedibilità degli eventi, un controllo sul movimento dei soggetti o la possibilità di costruire la scena.

La fotocamera in queste situazioni deve darci la possibilità di scattare a raffica, per cogliere l’attimo giusto e lo scatto perfetto tra tanti, e, quindi, di continuo per non perdere il momento.

Queste caratteristiche comunque non limitano la Nikon Z6II solo a questi settori ma fanno sì che anche un fotografo sportivo o naturalistico si volti a guardarla.

Ergonomia

Parlare di ergonomia sulle Mirrorless potrebbe sembrare controproducente.

Quando si cerca la compattezza di un sistema facilmente trasportabile e leggero bisogna inevitabilmente scendere ad alcuni adattamenti.

Bene, Nikon ha trovato un ottimo compromesso e come sempre, le sue fotocamere ti si incollano letteralmente alla mano!

Non credo che un centimetro faccia la differenza nella trasportabilità e non sento questa forte esigenza di leggerezza quando si parla di pochi grammi di differenza, credo invece molto di più nell’opportunità di non affaticare la mano attraverso un’impugnatura ergonomica e la fondamentale posizione dei tasti e delle ghiere posizionati dove cadono naturalmente le dita.

Su questo aspetto nessuno mi può contraddire: Nikon è sempre stata al top affidando a Giugiaro il design delle proprie Reflex .

Comunque, per chi avesse le mani più grandi come le mie, esistono in commercio alcune basette fatte molto bene che aumentano il grip senza togliere niente all’ergonomia originale, anzi migliorandola, nonché, finalmente per chi ne sentiva il bisogno, un vertical grip con tutti i tasti e le funzioni
riportati appunto sul verticale.

01 1IN4790 recensione Nikon Z6ii

Personalizzazione tasti

Magari gli manca qualche tasto personalizzabile in più, forse uno principalmente, un secondo tasto per l’AF (per il quale potrebbe essere destinato il tasto DISP) per potergli assegnare un metodo di messa a fuoco diverso, ma trovo per questa esigenza una valida alternativa, abbastanza rapida e di facile passaggio, nelle personalizzazioni utente a portata di mano sinistra sulla calotta superiore senza doverci mettere gli occhi.

In questo modo puoi assegnare tutte le impostazioni della camera.

Metodo molto più rapido e intuitivo rispetto ai vecchi banchi di memoria che ho sempre odiato.

Lenti Nikkor Z

Sembra che l’apertura massima di un obiettivo sia diventato il parametro più importante nella scelta del proprio parco lenti. Probabilmente più per il Bokeh che le grandi aperture offrono piuttosto che per l’effettiva luminosità offerta.

Oggi i sensori e i sitemi di elaborazione offerti da processori e software sempre più evoluti pongono limiti di scostamento ISO sempre più impensabili.

Per cui non sono certo i due terzi di stop che ti fanno propendere per una lente 1,4 piuttosto che per una ad apertura 1,8.

Alcuni fotografi fanno dello sfocato un proprio stile, ad altri interessa la nitidezza, altri ancora ne apprezzano la tridimensionalità, altri ancora la leggerezza, perciò le scelte di ogni costruttore di puntare in una o nell’altra direzione, o in più direzioni, può essere criticabile ma non è certo sbagliata.

Nikon ha deciso di produrre ottiche di altissima qualità, la serie S-line le quali hanno un’apertura massima, almeno per il momento, a parte il 58 mm, di 1,8 e io non ci trovo niente di sbagliato se queste pesano meno sia in termini di spazio sia economici, senza togliere però niente alla qualità sensazionale.

Io ho acquistato il 50 mm. e l’ 85 mm. e i prossimi saranno il 24 ed il 35 e sono rimasto sorpreso dalla qualità costruttiva e dalla resa di queste lenti.

Forse l’unico neo è la dimensione ma sicuramente ci saranno motivi progettuali legati anche al nuovo innesto più largo, forse al tiraggio.

La cosa utilissima, alla quale, una volta abituato, mi resta difficile rinunciare è l’assegnazione della compensazione dell’esposizione alla ghiera di messa a fuoco.

Perché non posso più rinunciare all’assegnazione della compensazione dell’esposizione alla ghiera di messa a fuoco.

Mi spiego meglio.

Tornando a ciò che sostenevo in precedenza, sento sempre più la necessità di alleggerirmi di preoccupazioni inutili cercando di avere un controllo il più intuitivo possibile sulle funzioni per me più importanti e lasciando alla tecnologia, ormai sempre più affidabile e performante la maggior parte degli automatismi.

Facendo riferimento alla fotografia di reportage, di viaggio, aziendale, di strada o di matrimonio, trovo nei mezzi messi a disposizione dal sistema Z un supporto davvero infallibile nel far si che io mi occupi davvero e soltanto di ciò che succede in evento.

Pertanto ho deciso, dopo anni in cui, vuoi anche perché i mezzi ancora non mi davano questa grande affidabilità, scattavo molto in manuale, di deporre totale fiducia nella tecnologia attuale se non per il minimo necessario a verificarne la perfezione.

Come faccio? Lavoro per la maggior parte dei miei reportage in ISO auto avendo impostato un tempo di scatto minimo e un valore ISO massimo oltre ai quali la macchina non va, se non al raggiungimento di entrambi i valori, a priorità di diaframma ma con il controllo della sovra e sotto esposizione dalla ghiera di messa a fuoco, solo su obiettivi Z.

Tutto questo è possibile perché:

  1. Dal display o mirino vedo l’immagine finita perciò una volta regolati bene questi posso già avere un’idea dell’esposizione e della messa a fuoco.
  2. Dall’istogramma, al quale mi affido molto, che ti fornisce i dati oggettivi della scena.
  3. Lavorando poi in AF quella ghiera è praticamente ritornata ad essere utile in questo tipo di fotografia e questa la trovo davvero una soluzione geniale.
Recensione Nikon Z6II - Iuri Niccolai Fotografo

Rumore

Restando sempre in ambito fotografia di reportage, altro fattore importantissimo per il mio modo di lavorare è la resa ad alti ISO.

Negli ultimi anni la tendenza ci ha portato verso una fotografia meno posata, più spontanea.

Nella maggior parte delle situazioni al fotografo non è più richiesta la posa né tantomeno di interrompere, rallentare o modificare un momento, una situazione.

Il cliente stesso, parlo in generale anche se non per tutti è così, si è abituato a questo tipo di immagine e ci chiede questo.

Ecco che allora ci troviamo a dover combattere con tempi sempre più stretti e con gli spazi che cambiano rapidamente, con le più diverse situazioni di illuminazione e a dover collaborare con operatori video, sempre più richiesti rispetto a qualche anno fa.

Proprio per questo si è ridotto ai minimi termini l’utilizzo dei Flash affidandoci per la quasi totalità alle situazioni di illuminazione che si trovano. Il fatto di poter lavorare ad alti ISO, esponendo bene a destra, mi raccomando, è una manna e già la Z6 in questo produceva file veramente belli e utilizzabili a 20000 ISO in molte situazioni.

Sappiamo bene che il rumore digitale influisce sulla nitidezza dell’immagine ed è per questo che avere una macchina che ne riduce gli effetti non può che generare file migliori.

Dal test sulla Nikon Z6II il pregio della Z6 sembra riconfermato, con il piccolo vantaggio che sulla nuova macchina recuperi meglio le zone sottoesposte o errori di sottoesposizione rispetto a prima, il che probabilmente è sempre frutto del connubio fra il doppio processore e il software.

Test Nikon - Iuri Niccolai Firenze

In sintesi perché passare a Mirrorless

Metabolizzare il passaggio richiede tempo, pratica e un po’ di pazienza ma le opportunità che il passaggio a Mirrorless offre sono molteplici, non ultima la possibilità di cambiare il proprio stile e imparare a vedere la fotografia da una nuova prospettiva.

Due anni fa scrissi una recensione ben diversa rispetto a questa, i tempi non erano forse ancora abbastanza maturi e il rapporto tra pregi e difetti nel confronto tra i due sistemi, soprattutto in casa Nikon, non ne avrebbero giustificato il passaggio.

Questa volta ecco in sintesi quelli che, secondo il mio punto di vista e per il mio modo di lavorare, sono in questo momento storico pregi e difetti del sistema Z6II rispetto a Reflex.

Con una considerazione rispetto a ciò che può essere ancora perfezionato per arrivare ad un upgrade che non lasci rimpianti.

Pro di Nikon Z6II vs Reflex

  • Visualizzazione immagine definitiva nel display/mirino
  • Visualizzazione istogramma nel display/mirino
  • Assenza di specchio – sistema AF preciso. no taratura periodica lenti AF su tutto il fotogramma
  • Compattezza e leggerezza
  • Stabilizzatore a 5 assi
  • Ottiche dedicate con possibilità di personalizzazioni tasti e ghiere
  • Parco ottiche molto ampio e di altissima qualità oltre alla compatibilità con ottiche attacco F tramite l’anello FTZ
  • Buffer e velocità di scatto
  • Personalizzazioni modalità utente
  • Dialogo in macchina dei Flash SB 5000 in remoto
  • Possibilità di ricaricare le batterie in macchina e alimentarle ( solo EN-EL15c)
  • Possibilità di taratura del colore oltre alla luminosità del mirino

Contro di Nikon Z6II vs Reflex

  • Reattività all’avvio
  • Mirino elettronico – richiede assuefazione
  • Durata batterie
  • Punto AF del Tracking troppo grande

Al momento non ne vedo altri!

Test Nikon Z6ii - opinioni

Recensione Nikon Z6II: conclusioni

Nikon con questa macchina ha ridotto notevolmente il gap con Sony, sopratutto se paragonata alla A7III, con la quale condivide la fascia di appartenenza.

Anzi, in molte cose la supera ampiamente.

Rimane il cruccio e la piccola delusione per non aver fatto quel balzo in avanti sull’aspetto AF che avrebbe messo in difficoltà gli scettici e gli incerti sul passaggio ad altro marchio.

È pur sempre vero però che stiamo parlando di una camera che viene venduta a poco più di 2000 euro con l’anello FTZ.

Prima di chiudere e lasciare lo spazio ai commenti tengo nuovamente a ringraziare Simone per la sua infinita disponibilità e collaborazione e Nital NPS per aver concesso il materiale da testare.